Quante
volte avrò visto l’immagine che
ritrae il furgone parcheggiato sulla scogliera e i
surfisti sdraiati a contemplare
l’onda di Scorpion Bay.
Quante
volte ho sognato di essere al loro posto!
Per
anni ho lavorato come designer per
il marchio d’abbigliamento che prende il nome dalla spiaggia di Scorpion Bay.
Somministravo
pillole di Baja California almeno una volta al giorno, per lavoro.
Sul
mio schermo si alternavano fotografie, immagini e video di quella lunghissima e
raffinata onda “Mas Fina”, la perfetta destra formata dal Point di Punta
Pequena.
Sulle
pareti dell’ufficio le grafiche raccontavano la storia di quel posto
leggendario, chiamato anche “home of the legendary perfect right”.
Mi
sembrava già di conoscerla, quella terra arida e deserta.
Attraverso
le grafiche che posizionavo sui capi di abbigliamento ho imparato il suo linguaggio.
Per
lungo tempo ho sognato di poter surfare quell’onda, di vivere quel lifestyle.
Non
che fosse un’impresa così impossibile, sarebbe bastato comprare il biglietto
aereo e andarci, niente di complicato.
Ma
adesso ho capito che se si è fatta attendere tanto tempo, un motivo c’era.
Ho
“unito i puntini”, come diceva Steve Jobs.
Scorpion
Bay per me non rappresentava un posto come un altro per andarci in vacanza.
Col
senno di poi ho capito che avrebbe dovuto essere la meta di un pellegrinaggio.
Quante
volte mi hanno chiesto cosa significasse la scritta “Out There-Mas Fina” riportata sul logo del
marchio!
Solamente
quando “Out There” mi ci sono trovata per davvero, ho capito fino in fondo cosa significasse.
Out
There è la
sensazione che provi quando sei disposto a mettere in gioco tutto.
La
fuori ti senti libero. Libero dagli impegni, dai doveri e soprattutto libero
dalle certezze.
Out
There
significa mettersi a nudo, con se stessi prima di tutto.
Significa
guardarsi dentro e diventare consapevoli di ciò che si è e di ciò che si vuole.
Out
There è quella sensazione che ti fa sentire
vivo.
E’
la sensazione di essere nel momento presente, è ciò che ti permette di vivere appieno le
esperienze.
Solamente
quando hai compreso l’autenticità del significato di Out There puoi cogliere la sensazione “Mas Fina”.
Mas
Fina sono le
emozioni, quelle vere, quelle profonde.
E’
la stessa sensazione che provi
quando capisci che sta andando tutto per il verso giusto, che c’è una
direzione, che le cose non
capitano a caso ma che hanno un significato preciso.
E’
la sensazione che ti permette di catturare emozioni che rimarranno impresse per
sempre nella tua mente ed è la stessa sensazione che ho provato quando l’ho surfata, la ola Mas Fina.
Siamo
arrivati a Scorpion Bay dopo quattro interminabili giorni di viaggio.
Di
chilometri ne abbiamo macinati tanti in Baja; in macchina questa volta, che per
quanto possa essere comoda purtroppo azzera il senso dell’avventura.
Quando
siamo arrivati a S.Juanico è stato
facile riconoscere il profilo di Punta Pequena.
Eravamo
in defibrillazione, non tanto per aver raggiunto “The Place”, ma per sapere se
ci avrebbe regalato un’onda surfabile.
A
Scorpion Bay l’onda è preziosa e la maggior parte delle volte non supera il
mezzo metro d’altezza, è un’onda lenta, regolare e lunghissima che a volte si fa attendere per giorni
interi.
Abbiamo
parcheggiato la macchina proprio li, dove i surfisti dell’immagine avevano
parcheggiato il loro camper.
Questa
volta eravamo noi dentro quella fotografia!
Il
mudra del desiderio funziona!
Non
ho nemmeno fatto la sequenza di yoga pre -surf da tanta era la voglia di
entrare in acqua!
Con
noi in line up c’era un uomo sulla sessantina; surfava con uno stile
impeccabile: sembrava che le disegnasse quelle onde.
Più
che altro, le prendeva tutte lui.
Mi
ha raccontato che passa l’inverno li, vivendo nel suo camper parcheggiato sopra
la scogliera, aspettando il momento buono per entrare in acqua.
Anch’io
ho aspettato a lungo quel momento e non ho esitato a raccontargli il
significato che avrebbe avuto per me prendere quell’onda.
Credo
di averglielo detto perché speravo che me ne lasciasse qualcuna.
Ha
capito al volo.
Così,
quando l’ho surfata, la ola Mas Fina, vedevo il sorriso e la gioia anche nei
suoi occhi.
Il surf è così. La sensazione
Mas Fina è così.
Vivere
un’emozione e gioire per quella che provano gli altri.
E’ “gasa!”, per dirla in slang!
E’
la sensazione di essere connessi con l’universo, per dirla in modo yogico.
La
sera siamo rimasti senza cena; non avevamo calcolato il fuso orario e il
ristorante della “Cantina” aveva già chiuso.
Così
siamo usciti alla ricerca di cibo.
Erano
le nove di sera e la piccola bottega del paese, “mini super”, come lo chiamano loro, era
ancora aperto.
Trovare
cibo “inutile” da poter mangiare subito, senza dover cucinare non è stato facile.
I
messicani mangiano tonnellate di chili, burritos, guacamole e poco altro.
Gli
scaffali sono pieni di patatine, caramelle, cibo in scatola, salse e riso, e di
tortillas ne avevamo piene le tortillas!
Ricordavo
quando in ufficio con i colleghi avevamo inventato il detto: “Melhor viver de
rodillas, que morir enguaiado de Tortillas!”
Miracolosamente
ho trovato yogurt e cereali. Credo che sia perché molti Californiani vengono
qui a passare i loro inverni e i supermercati si stanno adattando alle loro
esigenze.
Awesome!
La
mattina seguente non c’era onda. Non è sempre festa.
Ne
ho approfittato per fare yoga, l’altro mio modo di vivere la sensazione “Mas
Fina”.
Una
delle cose interessanti nel praticare yoga viaggiando è che ogni volta hai
l’opportunità di farlo in un posto diverso.
Cerco
sempre di lasciarmi ispirare dall’ambiente in cui mi trovo per decidere cosa
praticare e come.
A
Scorpion Bay ho scelto di fare la respirazione a narici alternate sul
promontorio di Punta Pequena.
La
respirazione chiamata “Anuloma Viloma”, in sancito (la lingua dello Yoga), è
molto utile perché induce calma, tranquillità, purifica il sistema sanguigno
dalle tossine. L’aria stagnante viene rimossa dai polmoni. Riossigena tutto il
corpo e le cellule del cervello, stimolando i suoi centri quasi al massimo
della loro capacità.
E’
un esercizio molto potente per il benessere generale del corpo.
La
respirazione non mi ha fatto diventare “Super Sayan” ma mi ha di certo fatto rivivere la
sensazione “Mas Fina” nonostante
quel giorno non ci fosse onda.
Scorpion
Bay mi ha dato l’impressione di essere un
posto segreto, quasi fuori dal mondo.
Solo
il semplice fatto di esserci arrivata mi ha fatto sentire speciale, forse
proprio perché non è facile da raggiungere.
Serve
determinazione e soprattutto una motivazione valida perché oltre l’oceano non
c’è molto altro da fare o da vedere.
Per
raggiungere “The Place” abbiamo
attraversato in lungo e in largo quella terra dura e mi è venuto in mente
quando lo scrivevamo sulle grafiche:“ Hecho in tierra dura”.
Solo
adesso posso comprenderne il vero significato.
La
Baja è una terra che regala poco spazio alla vegetazione, un luogo privo d’ogni
comfort ma dotato dell’indispensabile.
In
Baja le persone si aiutano con la stessa naturalezza con la quale ci si saluta
sui sentieri di montagna. E’ facile
rimanere con la macchina in panne a miglia di distanza dalla città più vicina
ed è naturale fermarsi ad aiutare chi è in difficoltà.
La
Baja mi ha regalato sensazioni indimenticabili ma soprattutto un grandissimo
insegnamento.
Nei
giorni precedenti al nostro arrivo a Scorpion Bay stavamo percorrendo una
strada sterrata circondata da foreste di cactus giganti, lunga ottanta miglia e
a miglia di distanza dal rifornimento di gasolina più vicino.
Praticamente
fuori dal mondo.
Sapevamo
che a metà strada circa avremmo incontrato Coco’s Corner, un originale “autogrill
“ nel mezzo del deserto dove è
obbligatorio fermarsi a bere una birretta e scambiare due parole con il
proprietario.
Coco’s è un signore senza gambe. Ha delle
specie di protesi sopra il ginocchio che gli permettono di camminare sullo
sterrato.
Vive
in un caravan parcheggiato vicino alla cabana e passa le giornate ad
abbellire e rendere originale il suo autogrill.
Se
ne va in giro con il quad ad attaccare lattine di birra alle recinzioni, a disporre
televisori rotti e water nel
parcheggio.
E’
un artista e crea installazioni d’arte moderna in ogni angolo del suo pezzetto
di mondo, persino in bagno!
Le
pareti della cabana sono ricoperte
d’adesivi e fotografie e il soffitto è addobbato con perizoma e slip di ogni
tipo e dimensione.
Il
risultato è un arredo originale ed economico, fatto di testimonianze del
passaggio di molte persone.
Indubbiamente
il miglior museo d’Arte moderna che abbia mai visto!
Coco’s
registra tutti i passanti in un originale contenitore di emozioni.
Predispone
le pagine del suo grande libro in spazi ordinati, ci scrive la data e fa uno schizzo del mezzo di trasporto
con il quale arrivano i viaggiatori.
In
seguito completa il libro, colorando i disegni e aggiungendone di nuovi. Mi
piace pensare che siano frutto delle emozioni che le persone gli hanno
trasmesso, diversamente sarebbe da ricoverare!
Ci
ha raccontato che nel corso degli anni ha riempito nove libri, ma che purtroppo il quarto volume è
stato rubato.
Coco’s, nonostante le difficoltà
deambulatoriali, continua a costruire con passione il suo angolo di mondo e a
vederlo attraverso gli occhi delle altre persone.
Coco’s
è un esempio significativo di come si possa vivere di emozioni, essere
semplicemente se stessi e soprattutto trovare una ragione di vita.
Finalmente
il cerchio si è chiuso.
Da
adesso, per me, è “Out There –Mas Fina!”