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CAROTE E HUMMUS!



Una delle cose che più desideravo, quando siamo partiti per questo viaggio, era di non dover sconvolgere le mie abitudini alimentari.
I nostri amici conoscono perfettamente la mia mancata passione per la cucina; quando li invitavo a cena, si  ritrovavano a dover cucinare.

Ciò nonostante, mi ero ripromessa di  riuscire ad avere un corretto regime alimentare.
O meglio, una corretta e sana alimentazione senza dover ricorrere all’utilizzo d’integratori.
Ma come si fa se non si cucina ?

Per prima cosa ho deciso di mangiare soltanto cibi “sani”, ma che allo stesso tempo mi piacciono veramente.
Dico “sani” perché se dovessimo decidere di mangiare solo quello che più ci piace, probabilmente finiremmo con il cibarci di sola  Nutella e Coca-Cola e ovviamente, per quanto possano essere  buone, non costituiscono la base dell’alimentazione.

Credo che il vero segreto per riuscire ad alimentarci in maniera corretta stia nel fare la spesa. Il momento in cui scegliamo le cose al supermercato, corrisponde esattamente al momento in cui decidiamo e pianifichiamo cosa mangeremo.

La mia lista della spesa è fatta di cibo inutile. A me piace chiamarlo così, in realtà corrisponde a  tutto ciò di cui mi nutro. Sono le cose che più mi piacciono: frutta, verdura, cereali, legumi, noci, mandorle, frutta secca, yogurt, gallette di riso, farro, quinoa, germogli alfa alfa, germogli di fagiolo, uova, spezie, pane integrale.


Con questo ipotetico piano alimentare sono partita con il mio compagno di vita e di avventura per questo viaggio. Io vegetariana da circa un anno, lui no.
Avevamo di fronte 45 giorni di vita in furgone.
Il sogno di una vita. Vivere nel  lusso di non doverci preoccupare di niente se non di costruire il nostro futuro, coscienti del fatto che è un privilegio che non tutti si possono permettere!

Abbiamo cercato di cucinare in furgone il più spesso possibile, ma fra gli impedimenti climatici e gli imprevisti tecnici, come il fatto di rimanere senza propano, non è sempre andata così.

Ma la fame si faceva sentire comunque, e Andretti anche:
“Ho fame! Dove sono gli animali! Datemi deglia animali! Caxxo!”
E’ una frase tratta dal film Into the Wild, gridata dal protagonista quando capisce che non ha più possibilità di tornare a casa e l’inverno si sta avvicinando.
Una storia vera, da pelle d’oca.
E quando Andretti si sente sottoalimentato o sottonutrito, dobbiamo trovare cibo, di qualsiasi tipo, genere, forma e dimensione, nell’immediato.

I suoi attacchi di fame possono essere di diverso genere; se sono del tipo istantaneo e  non riguardano il pasto principale, allora possiamo trovare qualcosa che lo calmi anche nei classici negozi all’americana, quelli che vendono più che altro patatine, alcool, bibite, cibo confezionato in luccicanti pacchetti, noci, arachidi, tonnellate di
caramelle. Un sacco di roba chimica insomma, ma anche caffè,  banane e yogurt per me.

Se invece l’attacco di fame cade nell’ora dei  pasti principali,  le opportunità di scelta si moltiplicano.
Questo ci ha portato a visitare centinaia di supermercati che ho ipoteticamente diviso in due categorie: quelli classici, dove trovi di tutto, alimentari, abbigliamento, casalinghi e quelli che vendono cibo inutile.

Ovviamente sono i nostri preferiti.

Abbiamo trovato almeno un paio di grosse catene che offrono cibo organico disposto in ordinati packaging dalla grafica vintage.

Ci sono scaffali stracolmi di confezioni dall’aspetto retrò, che ricordano il cibo sano della nonna.
Attraverso il packaging ti vendono l’idea di aver comprato qualcosa di buono.
Awesome!

Ci sono enormi espositori auto-innafianti, zeppi di insalata e verdura, disposte in ordine di grandezza, cromatico e quasi anche cronologico e luccicanti mele disposte ordinatamente a piramide, quasi in bilico, sopra casse di legno.
Sembra di essere in un museo di arte moderna.

Ci sono installazioni ovunque, ma anche poster e murales sulle pareti.
L’impressione è quella di essere immersi in un mondo fantastico, fatto di salute e gioia. Quasi idilliaco.

Quando lavoravo da “Martinelli truffa e verdura”, come lo chiamavamo tra gli amici, per via dei prezzi magicamente maggiorati  all’arrivo dei villeggianti, le angurie me le  facevano esporre dentro un carrello della spesa, fuori dal negozio.
Uguale no?

Il supermercato con la più vasta scelta di cibo inutile  l’abbiamo trovato all’entrata di una delle valli più famose al mondo per la concentrazione di geni dell’informatica: la Silicon Valley, sede di numerose aziende come Google o Facebook.
Un fulcro di intelletto, creatività, intuizione.

In qualche modo mi sono sentita partecipe della loro pausa pranzo.
Con noi,  tra i tavoli del supermercato, a giudicare dai loro cartellini, c’erano anche molti impiegati  della famosa azienda che ha per logo una mela.

Sui loro piatti  niente polenta con coniglio e patate al forno, come nei pranzi dei muratori bergamaschi, ma insalate di farro con lenticchie e dal.
I muratori hanno bisogno di un sacco di energia per supportare il fisico, gli impiegati hanno bisogno di un sacco di energia per alimentare la mente.

Tutto ciò mi ha fatto riflettere sul fatto  che
l’alimentazione delle persone in qualche modo sta cambiando; o forse sta cambiando l’attenzione delle persone nei confronti dell’alimentazione e che la stessa può variare in funzione del lavoro svolto.

In generale si sta sviluppando una maggiore consapevolezza sull’importanza di mantenere in salute il proprio corpo e di prendersi cura di se stessi.
In fondo lo dicevano anche gli antichi yogin che il corpo  è fatto di cibo, oppure, come diceva il filosofo Ludwig Feuerbach, siamo ciò che mangiamo.


D’altra parte, il nostro obiettivo non è quello di star bene fisicamente e mentalmente?
Se dovessimo definire una scala di valori, la salute non la metteremmo tra i primi gradini del podio?

Alla fine ho capito che anche un vegetariano può sopravvivere in viaggio convivendo con un onnivoro senza saper cucinare e senza dover ricorrere agli integratori.
La California, di buono da aggiungere alla lista del cibo inutile ha: insalate di farro, barrette di frutta secca  e carote e hummus!